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Il presupposto iniziale è che lo “spazio di gruppo” possa servire a:

  • integrare ad un livello di maggiore consapevolezza per i pazienti i vari interventi che vengono effettuati (le attività del centro Kaos ed il lavoro con gli operatori);
  • confrontarsi con gli altri rispetto a se stessi, alla malattia, al percorso terapeutico, allo spazio-tempo che si condivide con gli altri all’interno di Kaos e a quello che vive a casa;
  • offrire una sorta di supporto spaziale ai pensieri dell’individuo, uno spazio di espressione, di ascolto in cui potersi raccontare, esprimere e narrare;
  • uscire dall’isolamento, dall’alienazione e dall’impotenza della malattia mentale;
  • stimolare il confronto considerando nuove soluzioni.